Attualità3 Caffè al Giorno Fanno Bene? Guarda le VideoricetteSeguici su YouTube Anelli di Zucchine Seguici su YouTube! Anelli di Zucchine La tradizione italiana del caffè quotidiano trova oggi una validazione scientifica di rilevanza internazionale attraverso una serie di studi condotti negli ultimi anni che confermano come un consumo moderato di tre tazzine al giorno non solo non sia dannoso, ma risulti protettivo nei confronti di diverse patologie croniche.Una ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism ha analizzato i dati di oltre 360.000 persone nell’ambito della UK Biobank, evidenziando come chi consuma tra i 200 e i 300 milligrammi di caffeina al giorno, corrispondenti a tre tazze di caffè, presenta una riduzione fino al 48,1% del rischio di insorgenza di patologie cardiometaboliche multiple rispetto a chi assume meno di 100 milligrammi quotidiani.Il Centro per le neuroscienze e la biologia cellulare del Portogallo ha confermato attraverso l’analisi di oltre 50 studi epidemiologici su quasi 3 milioni di individui che il consumo regolare e moderato di caffè non solo contribuisce ad allungare la vita, ma migliora anche la qualità degli anni aggiuntivi, con una riduzione del 17% dei tassi di mortalità per tutte le cause e un prolungamento della durata di vita in buona salute di circa 1,8 anni.Le proprietà cardioprotettive del caffè sono state particolarmente investigate dall’Università di Bologna e dall’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, che ha dimostrato come chi beve regolarmente due o tre tazze al giorno presenti una pressione sanguigna significativamente più bassa, sia a livello periferico che centrale, confutando definitivamente il pregiudizio che vedeva il caffè controindicato per gli ipertesi.Lo studio sulla sindrome metabolica condotto dal Suzhou Medical College dell’Università di Soochow ha evidenziato come chi consuma più di tre tazze di caffè quotidianamente mostri parametri metabolici significativamente migliori, con un BMI inferiore, livelli di trigliceridi più bassi e di colesterolo HDL maggiori, oltre a una riduzione dell’insulinoresistenza.L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha stabilito che un’assunzione fino a 400 milligrammi di caffeina al giorno, corrispondenti a 4-5 tazzine di espresso, non presenta problemi di sicurezza per gli adulti sani, confermando che il consumo moderato di tre caffè giornalieri rientra ampiamente nei parametri di sicurezza.I meccanismi biologici alla base di questi benefici sono attribuiti non solo alla caffeina, ma alle oltre 2.000 sostanze potenzialmente bioattive contenute nel caffè, tra cui gli acidi clorogenici e i composti polifenolici che possiedono proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. La caffeina stessa interviene bloccando i recettori dell’adenosina, che giocano un ruolo importante nella formazione delle specie reattive dell’ossigeno, riducendo così lo stress ossidativo cellulare.Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, una metanalisi di 30 studi clinici condotta dal Karolinska Institutet di Stoccolma su oltre 1,1 milioni di partecipanti ha documentato una riduzione del rischio di circa il 30% nei consumatori abituali di caffè, con una diminuzione del 6% per ogni tazza consumata quotidianamente.Il contenuto nutrizionale del caffè contribuisce ulteriormente ai suoi benefici sanitari, fornendo vitamine del gruppo B (B2, B3, B6, B9), vitamina E, potassio, magnesio e antiossidanti naturali. Una tazzina di espresso contiene circa 5,2 milligrammi di niacina (vitamina B3), fondamentale per il metabolismo energetico, e quantità significative di magnesio e potassio, elementi essenziali per la funzione cardiovascolare.Le ricerche più recenti del 2024 pubblicate su Diabetes & Metabolic Syndrome confermano nuovamente il ruolo benefico del caffè nella prevenzione delle patologie cardiometaboliche, suggerendo che fino a quattro caffè al giorno possano contribuire significativamente alla riduzione del rischio di sviluppare diabete, con particolare riferimento alla capacità dei polifenoli di influenzare positivamente il metabolismo del glucosio.L’azione antinfiammatoria documentata attraverso la misurazione dei livelli di proteina C-reattiva in oltre 66.000 partecipanti conferma come il consumo regolare di caffè sia associato a una riduzione dei marcatori infiammatori sistemici, meccanismo che spiega la protezione offerta contro le malattie croniche degenerative.È importante sottolineare che questi benefici si manifestano esclusivamente con un consumo moderato e nell’ambito di uno stile di vita equilibrato, mentre il superamento delle soglie di sicurezza può comportare effetti indesiderati come tachicardia, insonnia e aumento della pressione arteriosa in soggetti predisposti.