AttualitàAttenzione all’Eritritolo: il dolcificante “innocuo” che potrebbe mettere a rischio il sistema vascolare Guarda le VideoricetteSeguici su YouTube Anelli di Zucchine Seguici su YouTube! Anelli di Zucchine L’eritritolo rappresenta un dolcificante naturale sempre più diffuso nell’industria alimentare e nelle diete a basso contenuto calorico, grazie al suo potere dolcificante elevato accompagnato da un apporto calorico quasi nullo. Estratto principalmente dalla fermentazione di carboidrati, questo polialcol zuccherino ha suscitato un crescente interesse anche tra i ricercatori del settore fisiologico, che ne esplorano gli effetti sul metabolismo, sulla salute cardiovascolare e sul microbiota intestinale. Un recente studio pubblicato su Journal of Applied Physiology fornisce nuovi dati sull’assorbimento, il metabolismo e l’escrezione dell’eritritolo nell’organismo umano, approfondendo possibili benefici e potenziali criticità.L’eritritolo vanta un potere dolcificante pari al 60-70% di quello dello zucchero da tavola, ma con un apporto calorico inferiore a 0,2 kcal per grammo. Questo profilo lo rende una delle alternative preferite per prodotti destinati a persone con diabete o a chi segue regimi dietetici ipocalorici. Dopo l’assunzione, circa l’80% dell’eritritolo viene rapidamente assorbito a livello intestinale e poi eliminato quasi integralmente attraverso le urine entro 24 ore, con un minimo coinvolgimento del fegato nel suo metabolismo. Solo la quota residua raggiunge il colon, dove può influenzare la composizione del microbiota, stimolando la crescita di batteri benefici e contribuendo al mantenimento dell’omeostasi intestinale.Lo studio in oggetto ha coinvolto un gruppo di volontari adulti sani, ai quali è stata somministrata una singola dose di eritritolo marcato con isotopi, permettendo di tracciare il suo percorso nell’organismo. I risultati confermano un’assunzione intestinale rapida, con un’eliminazione renale efficiente e nessuna evidenza di accumulo nei tessuti. L’assenza di metaboliti tossici o di effetti negativi sui principali parametri ematochimici suggerisce un profilo di sicurezza elevato, anche in soggetti sani. Tuttavia, l’analisi evidenzia come dosi molto elevate possano temporaneamente alterare la motilità intestinale, con possibili effetti lassativi nel 5-10% dei soggetti maggiormente sensibili.Le ricerche precedenti si erano concentrate sulle proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie dell’eritritolo, attribuendo al composto una capacità di ridurre lo stress ossidativo e di attenuare i processi infiammatori a livello vascolare. Tali effetti sono stati messi in relazione con un miglioramento della funzione endoteliale e una possibile riduzione del rischio di patologie cardiovascolari correlate a dislipidemie e iperglicemia cronica. Lo studio della Journal of Applied Physiology aggiunge un tassello importante, confermando che il metabolismo dell’eritritolo non genera molecole reattive capaci di nocività, aprendo la strada a sperimentazioni cliniche su pazienti con fattori di rischio cardiovascolare e metabolico.Parallelamente, l’effetto sul microbiota intestinale viene considerato un aspetto di rilievo per la salute generale. Sebbene solo una piccola percentuale di eritritolo raggiunga il colon, questa frazione sembra stimolare la crescita di ceppi batterici quali Bifidobacterium e Lactobacillus, noti promotori delle funzioni di barriera intestinale e della produzione di acidi grassi a catena corta. Tali metaboliti microbici possono modulare positivamente la risposta immunitaria locale e sistemica, contribuendo a ridurre l’infiammazione cronica a basso grado, spesso associata a condizioni metaboliche avverse.Pur essendo generalmente ben tollerato, l’eritritolo può causare disturbi gastrointestinali in caso di consumo eccessivo. Il recente studio ribadisce che dosi superiori a 0,5 grammi per chilogrammo di peso corporeo possono indurre aerofagia, crampi e diarrea osmotica. Tali effetti risultano transitori e reversibili, e non pregiudicano la sicurezza d’uso a livelli alimentari comunemente impiegati, che raramente superano 1,6 grammi per chilogrammo al giorno, soglia riconosciuta come sicura dalle autorità regolatorie.Non meno importante è l’impiego dell’eritritolo in ambito sportivo, dove la sua bassa caloricità e l’assenza di picchi glicemici lo rendono un alleato per atleti che necessitano di apportare dolcezza alle bevande o agli integratori senza compromettere la gestione energetica durante l’attività fisica prolungata. Studi preliminari suggeriscono che l’eritritolo non compromette il rendimento aerobico e non altera negativamente la funzione renale anche in condizioni di sudorazione intensa, benché siano necessari approfondimenti su atleti di endurance e su donne in età post-menopausale.In conclusione, l’eritritolo conferma il suo ruolo di dolcificante a basso impatto calorico e con un profilo di sicurezza elevato per la maggior parte della popolazione adulta sana, supportato da dati recenti che ne chiariscono il metabolismo e l’escrezione. Gli effetti benefici sul microbiota e sulle funzioni endoteliali rappresentano prospettive promettenti per applicazioni nutraceutiche e cliniche, in particolare nei soggetti con disordini metabolici e cardiovascolari. L’assenza di metaboliti dannosi e l’efficiente eliminazione renale consolidano la fiducia nei prodotti a base di eritritolo, pur richiedendo attenzione alle dosi per evitare disturbi gastrointestinali transitori.