AttualitàMozzarella fiordilatte ritirata per rischio Escherichia coli, il Ministero lancia l’allarme Guarda le VideoricetteSeguici su YouTube Anelli di Zucchine Seguici su YouTube! Anelli di Zucchine Il Ministero della Salute ha disposto il richiamo immediato di quattro lotti di mozzarella fiordilatte a marchio Cerniero – Fattoria dei Calanchi dopo aver rilevato un possibile rischio di contaminazione da Escherichia coli. L’allerta, pubblicata il 22 agosto scorso sul portale ufficiale del dicastero, riguarda confezioni sottovuoto da circa 380-650 grammi con i numeri di lotto 092, 093, 094 e 095, caratterizzate da date di scadenza comprese tra il 19 e il 26 agosto 2025.L’azienda produttrice, Azienda Agricola Fattoria dei Calanchi di Cerniero B. & D., opera nel territorio atriano con sede in via San Martinello 11 ad Atri, nella provincia teramana. La realtà familiare, guidata da Davide Cerniero insieme alla moglie Francesca, si distingue per l’allevamento di 80 vacche di razza Bruna e la produzione artigianale di formaggi freschi e paste filate realizzati esclusivamente con latte crudo. L’attività casearia, avviata nel 2009 dopo una formazione specifica presso un caseificio pugliese, si concentra sulla lavorazione tradizionale di mozzarelle, scamorze, nodini e burrate secondo metodologie acquisite dalla scuola pugliese.La contaminazione da Escherichia coli rappresenta una problematica particolarmente seria nell’ambito della produzione casearia artigianale, dove l’utilizzo di latte non pastorizzato può favorire la sopravvivenza di ceppi batterici patogeni. Secondo le definizioni fornite dai Manuali MSD per operatori sanitari, l’Escherichia coli costituisce il principale commensale aerobio del colon umano, ma alcuni ceppi aggressivi possono scatenare patologie gravi, incluse setticemia e meningite potenzialmente fatali. I ceppi produttori di Shiga-tossina, comunemente denominati STEC, risultano particolarmente pericolosi poiché capaci di provocare enterite emorragica e la temibile sindrome emolitico-uremica.La sindrome emolitico-uremica rappresenta una complicazione grave che interessa principalmente i bambini sotto i cinque anni, manifestandosi con insufficienza renale acuta, anemia e piastrinopenia. I dati del Registro Italiano SEU evidenziano come ogni anno in Italia si verifichino 60-70 casi pediatrici, spesso correlati al consumo di alimenti contaminati, con un picco di 91 episodi registrato nel 2022. La patologia, che richiede frequentemente il ricorso alla dialisi, presenta un tasso di mortalità del 20% nei casi più gravi, rendendo fondamentale l’adozione di misure preventive stringenti nella filiera lattiero-casearia.L’infezione da STEC si manifesta inizialmente con sintomi gastrointestinali che includono crampi addominali, diarrea emorragica, nausea e vomito, con un periodo di incubazione che varia dalle 12 ore a diversi giorni dopo l’esposizione al patogeno. Mentre negli adulti l’infezione tende ad autolimitarsi entro 1-5 giorni provocando disturbi generalmente lievi, nei soggetti più vulnerabili come bambini piccoli, anziani e persone immunocompromesse può evolvere verso complicazioni sistemiche anche letali. La trasmissione avviene principalmente attraverso il consumo di alimenti contaminati, in particolare latte non pastorizzato e derivati caseari prodotti con metodologie tradizionali.Il settore lattiero-caseario italiano sta attraversando un periodo particolarmente critico dal punto di vista della sicurezza alimentare, come dimostrato dalla serie di richiami disposti nelle ultime settimane. Parallelamente al caso della Fattoria dei Calanchi, il Ministero della Salute ha ordinato il ritiro di cinque lotti di mozzarella prodotti da Granarolo Spa nello stabilimento di Usmate Velate, commercializzati sotto i marchi Conad, Carrefour e Penny Market a causa della possibile presenza di corpi metallici estranei. Questa contaminazione fisica, pur diversa da quella microbiologica del caso abruzzese, evidenzia le molteplici criticità che possono interessare la filiera produttiva industriale.I controlli microbiologici sui formaggi a latte crudo richiedono particolare attenzione, considerando che questi prodotti rappresentano un patrimonio gastronomico e culturale fondamentale per il territorio italiano. Le recenti Linee guida per il controllo di STEC nel latte non pastorizzato, elaborate dal Ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, forniscono indicazioni operative per gli operatori della filiera, stabilendo protocolli di autocontrollo rigorosi che spaziano dalla produzione primaria fino alla distribuzione finale. Il documento tecnico introduce un approccio preventivo a tre livelli, coinvolgendo allevatori, caseifici e distributori nella gestione coordinata del rischio microbiologico.La Fattoria dei Calanchi opera nell’affascinante scenario della Riserva Naturale dei Calanchi di Atri, territorio caratterizzato da peculiari formazioni geologiche che conferiscono un’identità unica ai prodotti locali. L’azienda, che ha ottenuto la certificazione di alta qualità per il latte dal 1985, coltiva direttamente i cereali e il foraggio necessari al sostentamento delle bovine su una superficie di circa 40 ettari tra terreni di proprietà e in affitto. La caseificazione avviene a giorni alterni, con una distribuzione che privilegia la vendita diretta attraverso il porta a porta e i mercati locali, oltre a servire la ristorazione del territorio.La problematica delle contaminazioni microbiologiche nell’industria lattiero-casearia assume dimensioni preoccupanti se si considera che agenti patogeni come Salmonella, E. coli e Listeria rappresentano i contaminanti più temuti nei prodotti a base di latte. La contaminazione può verificarsi in diverse fasi del processo produttivo, dal latte crudo contaminato alle apparecchiature utilizzate durante il trattamento, rendendo essenziale l’implementazione di protocolli HACCP rigorosi. Il latte e i suoi derivati offrono infatti un ambiente ideale per la proliferazione batterica, richiedendo controlli costanti lungo tutta la catena di produzione.Le autorità sanitarie raccomandano ai consumatori che abbiano acquistato i lotti interessati dal richiamo di non consumare il prodotto e di restituirlo presso il punto vendita di acquisto per ottenere il rimborso o la sostituzione. Particolare attenzione deve essere prestata dai possessori dei prodotti che presentino i sintomi caratteristici dell’infezione da E. coli, quali diarrea spesso emorragica, dolori addominali intensi, nausea, vomito e febbre. In presenza di tali manifestazioni cliniche, risulta fondamentale consultare tempestivamente il proprio medico curante, segnalando l’eventuale consumo del formaggio richiamato.Il caso della mozzarella fiordilatte abruzzese si inserisce in un quadro più ampio di allerta alimentare che ha caratterizzato l’estate 2025, con particolare riferimento ai prodotti lattiero-caseari. Dopo i friarielli sospettati di contaminazione da botulino e i diversi episodi di listeriosi correlati al consumo di formaggi, il settore si trova ad affrontare sfide crescenti nella garanzia della sicurezza alimentare. Secondo le statistiche elaborate da Il Fatto Alimentare, nel 2024 sono stati effettuati 641 richiami di prodotti alimentari, il numero più alto mai registrato dal 2017, evidenziando come la problematica della sicurezza alimentare richieda un’attenzione costante e multidisciplinare.L’episodio sottolinea l’importanza cruciale dei controlli sulla filiera e della tracciabilità, specialmente per i prodotti lattiero-caseari artigianali che, pur rappresentando un’eccellenza del territorio italiano, devono garantire standard di sicurezza elevati. La presenza di STEC nei formaggi a latte crudo delle regioni alpine italiane ha già dimostrato l’efficacia delle diverse temperature di cottura della cagliata durante il processo di caseificazione nel contenere lo sviluppo di questo microrganismo, suggerendo percorsi tecnologici che possano coniugare tradizione produttiva e sicurezza sanitaria. Il bilanciamento tra la preservazione delle tecniche casearie tradizionali e la tutela della salute pubblica rappresenta una sfida fondamentale per il settore, richiedendo investimenti in formazione, tecnologie e protocolli di controllo sempre più sofisticati.