AttualitàBubble tea “mania”, ma sai davvero cosa contiene questa bevanda? Guarda le VideoricetteSeguici su YouTube Anelli di Zucchine Seguici su YouTube! Anelli di Zucchine La febbre del bubble tea ha ormai conquistato anche l’Italia, trasformando una bevanda nata negli anni Ottanta a Taiwan in un fenomeno di costume che coinvolge principalmente i giovanissimi. Con i suoi colori sgargianti, le caratteristiche perle gummose e l’aspetto irresistibilmente fotogenico perfetto per i social media, questo snack-drink – che si beve e si mastica al tempo stesso – ha raggiunto nel nostro Paese un fatturato di 42 milioni di euro nel 2022, rappresentando oltre il 15% del mercato europeo secondo i dati di Growth CapitalMa dietro l’apparenza accattivante di questa bevanda si nasconde una realtà nutrizionale complessa che merita particolare attenzione. Il bubble tea, infatti, non è soltanto un innocuo tè aromatizzato come potrebbe apparire superficialmente, ma un concentrato di ingredienti industriali che può raggiungere livelli calorici paragonabili a quelli di un pasto completo.Una composizione ricca di sorpreseLa ricetta tradizionale del bubble tea prevede una base di tè nero o verde mescolata con latte, dolcificanti e le caratteristiche perle di tapioca ricavate dall’amido di manioca. Tuttavia, le moderne versioni commerciali si discostano significativamente da questa semplicità originaria, incorporando un cocktail di additivi, conservanti e aromi artificiali che trasformano la bevanda in un prodotto ultraprocessato.Le analisi condotte dalla rivista francese Que Choisir su una ventina di bubble tea commerciali hanno rivelato una composizione allarmante: dai 10 ai 25 ingredienti tipici dei prodotti ultraprocessati per ogni singolo prodotto. Tra questi figurano coloranti potenzialmente problematici come il rosso allura (E129), la tartrazina (E102) e il giallo tramonto (E110), appartenenti ai cosiddetti coloranti di Southampton, che possono causare iperattività nei bambini.Particolarmente preoccupante è la presenza di caramello ammoniacale (E150c) e caramello solfito-ammoniacale (E150d), che potrebbero contenere sostanze immunotossiche e cancerogene, insieme ad additivi contenenti fosfati come l’amido modificato (E1414 o E1442), i polifosfati (E452) e il fosfato di potassio (E340), il cui eccesso sembra favorire le malattie cardiovascolari.Il peso calorico nascostoUno degli aspetti più sottovalutati del bubble tea riguarda il suo elevato contenuto calorico. Un bicchiere standard da 200-240 millilitri può contenere tra le 300 e le 500 calorie, equivalenti a un pasto leggero, con punte che possono raggiungere le 335 calorie per porzione secondo diverse analisi nutrizionali. Questi valori derivano principalmente dall’elevato contenuto di zuccheri semplici, che possono arrivare fino a 40-50 grammi per porzione, e dalle perle di tapioca, che da sole contribuiscono con circa 100-150 calorie.Le perle di tapioca, elemento distintivo della bevanda, presentano valori nutrizionali significativi: 220 calorie per 100 grammi, 54 grammi di carboidrati (principalmente amidi), ma praticamente zero proteine, grassi e fibre. La loro composizione industriale comprende spesso acqua, amido di tapioca (circa 32%), addensanti (E1442, E1420, E412), caramello (E150d), aromi artificiali, edulcoranti artificiali come l’aspartame (E951) e conservanti (E202).I rischi per la saluteSebbene un consumo occasionale non rappresenti necessariamente un pericolo per la salute, l’abuso di bubble tea può comportare rischi significativi. Il caso più eclatante è quello documentato da Forbes: una ragazza di 14 anni è stata ricoverata d’urgenza in un ospedale cinese dopo cinque giorni di forti dolori addominali, con i medici che hanno trovato nel suo intestino oltre cento perle gelatinose non digerite, causate dal consumo frequente della bevanda.L’elevato contenuto di zuccheri raffinati può contribuire a problemi di peso, picchi glicemici e, nel lungo termine, aumentare il rischio di diabete di tipo 2 e malattie metaboliche. La presenza simultanea di caffeina e zuccheri, inoltre, può creare un mix stimolante particolarmente problematico per i più giovani, influenzando i pattern del sonno e la concentrazione.Il fenomeno sociale e mediaticoIl successo del bubble tea tra i giovani non è casuale ma risponde a precise dinamiche sociali e di marketing. La bevanda è diventata un fenomeno virale sui social media grazie al suo aspetto colorato e fotogenico, perfetto per Instagram e TikTok. I bicchieroni trasparenti pieni di liquidi fluorescenti e palline multicolore rappresentano l’esempio perfetto di “food porn” contemporaneo, dove l’estetica prevale spesso sulla sostanza nutrizionale.In Italia, il numero di bubble tea store è cresciuto del 51% in meno di due anni, passando da 156 punti vendita nel dicembre 2021 a 236 nel marzo 2023, distribuiti principalmente nelle grandi città come Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Napoli e Genova. Il mercato italiano potrebbe raggiungere i 98 milioni di euro entro il 2027, con un tasso di crescita annuale del 18%.Le alternative più salutariPer chi non vuole rinunciare al piacere del bubble tea ma desidera limitare i rischi per la salute, esistono diverse strategie. La preparazione casalinga permette di controllare ogni ingrediente, sostituendo lo sciroppo di zucchero con alternative meno caloriche come sciroppi di stevia o agave, utilizzando latte scremato o bevande vegetali non zuccherate come quelle di soia, mandorla o avena.Un’alternativa interessante alle perle di tapioca sono i semi di chia, che se lasciati in ammollo si idratano diventando piccole palline gommose simili alla tapioca ma con un profilo nutrizionale superiore, ricchi di fibre, proteine e acidi grassi omega-3. Anche l’aggiunta di pezzetti di frutta fresca può sostituire le perle industriali, apportando vitamine e antiossidanti naturali.Verso un consumo consapevoleIl bubble tea rappresenta un perfetto esempio di come l’industria alimentare moderna riesca a trasformare ingredienti semplici in prodotti complessi e potenzialmente problematici dal punto di vista nutrizionale. La trasparenza delle informazioni risulta spesso carente: molti locali non forniscono elenchi completi degli ingredienti, rendendo difficile per i consumatori fare scelte informate, particolarmente critico per chi soffre di allergie o intolleranze.La chiave per un approccio equilibrato sta nella consapevolezza e nella moderazione. Trattare il bubble tea come quello che effettivamente è – un dolce liquido ad alto contenuto calorico e di zuccheri – piuttosto che come una semplice bevanda, può aiutare i consumatori a inserirlo appropriatamente nella propria dieta senza eccessi. Per i più giovani, particolarmente attratti da questa tendenza, diventa fondamentale un’educazione alimentare che permetta di distinguere tra occasionali piaceri e abitudini alimentari quotidiane.La popolarità del bubble tea continuerà probabilmente a crescere, sostenuta dai social media e dalla costante ricerca di novità da parte dei consumatori più giovani. Tuttavia, una maggiore consapevolezza delle sue caratteristiche nutrizionali e dei potenziali rischi legati al consumo eccessivo rappresenta il primo passo verso scelte alimentari più informate e responsabili.