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Quando l’acqua della pasta diventa un cocktail ricercato: nasce il Dirty Pasta Water Martini

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Anelli di Zucchine

Una tendenza che unisce la tradizione culinaria italiana alla sperimentazione mixologica sta conquistando i social media e i palati di bartender professionisti in tutto il mondo. Il Dirty Pasta Water Martini rappresenta l’ultima evoluzione del classico cocktail, sostituendo la tradizionale salamoia delle olive con l’acqua di cottura della pasta, quell'”oro liquido” che fino a poco tempo fa veniva utilizzato esclusivamente per amalgamare i sughi.

La genesi di questo cocktail innovativo affonda le radici nella storia della mixologia americana dei primi del Novecento, quando il barman John O’Connor inventò il Dirty Martini aggiungendo salamoia di olive al classico Dry Martini per intensificare la componente sapida e umami. Quella rivisitazione divenne celebre durante la presidenza di Franklin Delano Roosevelt, che amava talmente questo cocktail da offrirlo persino a Stalin durante la conferenza di Jalta nel 1945. Oggi, oltre un secolo dopo, l’innovazione prosegue con l’introduzione dell’acqua di pasta come ingrediente mixologico.

Il ristorante Fiorella di Philadelphia, guidato dallo chef Marc Vetri, ha contribuito significativamente alla popolarizzazione di questa tendenza. La ricetta del loro Dirty Pasta Water Martini prevede l’utilizzo di gin o vodka combinati con acqua di pasta raffreddata, mantenendo spesso un tocco di salamoia di olive per accentuare ulteriormente la nota salina. Il risultato è un cocktail dal gusto umami unico e sorprendente, che ha ricevuto recensioni positive per la sua capacità di offrire un’esperienza gustativa inedita.

La preparazione del cocktail richiede particolare attenzione nella fase iniziale della cottura della pasta, momento in cui l’acqua deve essere adeguatamente salata per raggiungere il sapore del mare. Questa acqua starchy e ricca di minerali viene successivamente raffreddata e utilizzata come sostituto del vermouth secco nella preparazione del martini. La tecnica prevede l’aggiunta di vodka o gin in proporzione di circa 2,5 once, mezz’oncia di vermouth secco e un’oncia di acqua di pasta riservata, il tutto shakerato con ghiaccio e servito in una coppa martini ghiacciata.

La viralità del fenomeno sui social media, particolarmente su TikTok, ha amplificato l’interesse verso questa innovazione mixologica. Video di content creator che sperimentano la ricetta hanno raggiunto milioni di visualizzazioni, generando curiosità e dibattiti accesi tra gli utenti. La facilità di realizzazione e l’utilizzo di un sottoprodotto della cucina quotidiana che normalmente verrebbe scartato si allineano perfettamente con le tendenze contemporanee di sostenibilità e riduzione degli sprechi alimentari.

La community digitale non si è limitata al martini tradizionale, sperimentando varianti creative come il Pasta Water Negroni, che combina gin, vermouth e acqua di pasta per creare un cocktail dal sapore complesso e innovativo. Alcuni utenti hanno persino sviluppato l’idea di creare cubetti di ghiaccio con acqua di pasta per aggiungere una nota salina e cremosa ai drink estivi, completandoli con guarnizioni di basilico fresco e peperoncino tritato.

Cinzia Ferro, rinomata bartender italiana e proprietaria dell’Estremadura Cafè di Verbania sul Lago Maggiore, ha fornito una spiegazione tecnica del fenomeno, evidenziando come l’acqua di cottura della pasta sia ricca di amido e sali minerali, caratteristiche che conferiscono texture alla miscela e un tocco di sapidità capace di equilibrare le componenti dolci o accompagnare quelle acide. La professionista ha inoltre sottolineato come anche l’acqua di cottura dei legumi, nota come “acqua faba”, sia già utilizzata in mixologia per donare morbidezza e struttura ai cocktail.

Le reazioni del pubblico si sono dimostrate polarizzate, riflettendo il tipico andamento delle tendenze virali sui social media. Mentre alcuni apprezzano l’originalità e il richiamo alle radici culinarie italiane, considerando l’innovazione come un esempio affascinante di reinterpretazione moderna di ingredienti semplici, altri criticano l’idea come un’esagerazione o una moda passeggera destinata a svanire rapidamente. Commenti ironici sui social hanno paragonato l’utilizzo dell’acqua di pasta a quello dell’acqua dei würstel o dell’acqua di lavaggio dei piatti, evidenziando lo scetticismo di una parte del pubblico.

Tuttavia, recensioni professionali hanno dimostrato risultati sorprendenti. Un esperto di The Kitchn ha dichiarato che, nonostante i dubbi iniziali, la versione del ristorante ha trasformato completamente la sua prospettiva, definendo il cocktail come il suo “nuovo preferito” grazie all’introduzione di un delizioso sapore salato che arricchisce il drink senza sopraffarlo. La testimonianza evidenzia come l’ingrediente non convenzionale riesca a introdurre una nota salina che bilancia perfettamente la dolcezza del gin o della vodka con la sapidità amidacea dell’acqua di pasta.

L’aspetto più interessante di questa tendenza risiede nella sua capacità di trasformare un elemento di scarto in un ingrediente di valore, rispecchiando i principi di sostenibilità che caratterizzano sempre più la ristorazione contemporanea. L’acqua di cottura della pasta, tradizionalmente considerata “oro liquido” in cucina per la sua capacità di legare i sughi, trova ora una nuova vita nei bicchieri da cocktail, dimostrando come la creatività non abbia limiti nel mondo della mixologia moderna. Che si tratti di una moda effimera o dell’inizio di una nuova corrente nella preparazione di cocktail, il Dirty Pasta Water Martini rappresenta sicuramente un esempio emblematico di come ingredienti apparentemente banali possano essere reinterpretati per creare esperienze gustative completamente nuove.