AttualitàParmigiano Reggiano da record: oltre 884.000 forme prodotte in montagna Guarda le VideoricetteSeguici su YouTube Anelli di Zucchine Seguici su YouTube! Anelli di Zucchine Il Parmigiano Reggiano di montagna consolida la propria posizione di eccellenza produttiva nelle aree appenniniche emiliane, registrando nel 2024 una crescita significativa che riflette il successo delle politiche di valorizzazione territoriale avviate dal Consorzio di tutela.Gli 84 caseifici di montagna distribuiti nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna a sinistra del fiume Reno hanno superato nell’anno appena trascorso le 884.000 forme prodotte, segnando un incremento del 2,6% rispetto al 2023 e del 15,4% rispetto al 2016, anno di avvio della strategia consortile di rilancio della produzione montana. La crescita produttiva testimonia l’efficacia degli interventi messi in campo dall’ente di tutela per invertire la tendenza decrescente che aveva caratterizzato il comparto nel decennio precedente.Parallelamente alla crescita delle forme, si registra anche un incremento della produzione lattiera nelle aree montane, con oltre 425.000 tonnellate di latte raccolte nel 2024, rappresentando un aumento dell’1,6% sul 2023 e dell’11,9% sul 2016. La materia prima viene fornita da oltre 800 allevatori operanti nelle zone montane, confermando la vitalità del tessuto produttivo delle aree appenniniche emiliane.I dati, presentati dal Consorzio del Parmigiano Reggiano in occasione della conferenza stampa di presentazione della 59esima Fiera del Parmigiano Reggiano di Casina, evidenziano come la denominazione si confermi il più importante prodotto DOP ottenuto in montagna, con oltre il 21,7% della produzione totale concentrata negli stabilimenti di trasformazione ubicati nelle aree montane della zona di origine.La certificazione aggiuntiva Parmigiano Reggiano “Prodotto di Montagna”, introdotta nel 2016 per garantire maggiore sostenibilità allo sviluppo territoriale e offrire ai consumatori garanzie supplementari sulla provenienza e qualità del formaggio, ha registrato il superamento delle 230.700 forme certificate, con un incremento dell’1,78% rispetto al 2022 e del 29,6% rispetto al 2016.Una delle principali novità introdotte per il 2025 riguarda la modifica del regolamento del progetto che prevede il riconoscimento di un premio fisso di circa 50 centesimi per chilogrammo, pari a 20 euro per forma, riconosciuto al momento della bollatura a fuoco per la certificazione come “Prodotto di Montagna”. Il premio viene erogato dopo la selezione e l’analisi sensoriale che il disciplinare fissa a 20 mesi di stagionatura, con l’obiettivo di rafforzare il valore commerciale della certificazione e promuoverne il valore aggiunto per garantire un posizionamento di mercato sostenibile nel tempo.La crescita attuale rappresenta il risultato di una strategia articolata di rilancio che ha permesso di invertire la tendenza alla decrescita che aveva caratterizzato il comparto montano fino al 2014. Nel decennio 2000-2010, infatti, nei territori di montagna della zona di origine si era assistito alla chiusura di 60 caseifici con una riduzione del 10% della produzione di latte. Il deficit è stato progressivamente azzerato grazie all’avvio del Piano di Regolazione Offerta che ha previsto sconti specifici per produttori e caseifici situati in zone di montagna e l’istituzione del bacino “montagna” per le quote latte.Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ha sottolineato come “il Parmigiano Reggiano si riconferma un elemento chiave per fortificare l’economia e preservare l’unicità dell’Appennino emiliano. È il più importante prodotto DOP ottenuto in montagna, con più del 21,7% della produzione totale concentrata in ben 84 caseifici sui 291 totali”. Il presidente ha evidenziato l’importanza degli interventi per la diffusione e valorizzazione del “Prodotto di Montagna”, ricordando che “queste aree soffrono di condizioni svantaggiate e maggiori costi, ma la permanenza di una solida produzione agricola-zootecnica rappresenta un pilastro economico e sociale di interesse non solo per la comunità locale, ma per tutti”.La produzione montana del Parmigiano Reggiano assume particolare rilevanza anche nella prospettiva del mantenimento dell’agricoltura in zone altrimenti destinate allo spopolamento, contribuendo allo sviluppo di una società modernamente agricola e di un paesaggio riconoscibile e apprezzato sia dai residenti che dal circuito del turismo di qualità. La valorizzazione delle distintività della DOP e il legame con il territorio costituiscono due pilastri fondamentali nella strategia di crescita per rendere il Parmigiano Reggiano un brand iconico globale, amato dai consumatori internazionali per i valori di naturalità, sostenibilità e qualità assoluta che rappresenta.La 59esima Fiera del Parmigiano Reggiano, in programma a Casina dal 1 al 4 agosto 2025, rappresenterà l’occasione per celebrare questi risultati e per annunciare ufficialmente la nomina di Casina a “Città del Formaggio” da parte dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio (ONAF), riconoscimento che premia l’impegno del comune nella promozione della propria tradizione casearia e il ruolo centrale nella produzione di formaggio della dorsale appenninica.Durante la manifestazione, 45 caseifici di montagna presenteranno le proprie produzioni, offrendo ai visitatori degustazioni e possibilità di acquisto diretto. Il momento culminante sarà rappresentato dalla tredicesima edizione del Palio del Parmigiano Reggiano “Città di Casina”, in programma lunedì 4 agosto, dove i caseifici si sfideranno con i Parmigiano Reggiano di montagna 24 mesi, mentre 12 di essi competeranno anche con la stagionatura 40 mesi, tutti valutati da una giuria composta da assaggiatori certificati dell’Associazione Parmigiano Reggiano.