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Mozzarella per Pizza Richiamata dal Commercio per Latte Inquinato

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Il Ministero della Salute ha disposto il richiamo precauzionale di quattro tipologie di mozzarella per pizza prodotte dalla Latteria Soligo Società Agricola Cooperativa per la presenza di inquinanti chimici nel latte utilizzato nella lavorazione. La misura, pubblicata il 27 agosto 2025 sul portale ministeriale dedicato alla sicurezza alimentare, interessa prodotti del lotto 25080600 con scadenza fissata al 31 agosto 2025, tutti confezionati nello stabilimento di Soligo in provincia di Treviso.

I prodotti coinvolti nel richiamo comprendono la Mozzarella per pizza Cubettata in buste da 2 chilogrammi, la Mozzarella per pizza Julienne in confezioni da 1500 grammi, la Mozzarella per pizza Filone CUBE da 1000 grammi e la Mozzarella per pizza Filone da un chilogrammo. Secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie, su una parte del latte utilizzato per la produzione è stata riscontrata la presenza di sostanze inquinanti che rendono la materia prima non idonea all’utilizzo secondo i parametri normativi vigenti.

La contaminazione chimica del latte può derivare da diverse fonti secondo gli esperti del settore alimentare. Gli inquinanti ambientali includono metalli pesanti, diossine, sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), policlorobifenili (PCB) e microplastiche che possono penetrare nella filiera attraverso l’ambiente circostante. Altrettanto significativi sono i residui di origine produttiva, principalmente rappresentati da farmaci veterinari somministrati agli animali e da contaminanti derivanti dalle attrezzature di mungitura e lavorazione.

La normativa europea stabilisce limiti precisi per la presenza di contaminanti chimici nei prodotti lattiero-caseari attraverso il Regolamento (UE) 915/2023 che ha sostituito il precedente Regolamento (CE) 1881/2006. Il nuovo quadro normativo introduce definizioni più precise e divieti di detossificazione, impedendo trattamenti chimici per ridurre artificialmente i livelli di contaminanti negli alimenti. Quando una sostanza viene ritrovata in quantità superiori rispetto a quelle permesse dalle normative o quando si sospetta la presenza di elementi chimici non dichiarati sull’etichetta, scatta automaticamente la classificazione di rischio chimico.

I rischi per la salute umana derivanti dal consumo di prodotti lattiero-caseari contaminati da inquinanti chimici possono manifestarsi attraverso diverse sintomatologie. L’esposizione acuta può provocare disturbi gastrointestinali, nausea, vomito e crampi addominali, mentre l’esposizione cronica a metalli pesanti come piombo, mercurio e cadmio può causare danni neurologici, renali ed epatici. Le diossine e i PCB, classificati come interferenti endocrini, possono alterare il sistema ormonale e riproduttivo, mentre i PFAS sono associati a problemi di sviluppo e a disfunzioni del sistema immunitario.

La Latteria Soligo, fondata nel 1883 tra le prime cooperative sorte in Italia, rappresenta una delle aziende simbolo del settore lattiero-caseario della Marca Trevigiana. La cooperativa, nata sulle colline del trevigiano su ispirazione dei principi del Beato Giuseppe Toniolo, conta attualmente duecento aziende agricole socie e si è sviluppata attraverso importanti fusioni con realtà come la Latteria di Vazzola, Trevenlat, la Latteria Cattolica di Breganze e la Cooperativa del Vicentino. Lo stabilimento di produzione si trova in via 1° Settembre a Soligo, nella zona dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per i paesaggi vitivinicoli delle Colline del Prosecco.

Il richiamo precauzionale rappresenta il terzo caso di ritiro di mozzarella nel corso del mese di agosto 2025, evidenziando una particolare attenzione delle autorità sanitarie verso i prodotti lattiero-caseari. Precedentemente erano stati segnalati richiami per la possibile presenza di corpi estranei metallici in mozzarelle Granarolo vendute con i marchi Valbontà Penny, Latbri, Conad e Carrefour, mentre un altro caso aveva riguardato la mozzarella fiordilatte a marchio Cerniero per sospetta contaminazione da Escherichia coli produttore di tossina Shiga.

Le autorità sanitarie raccomandano ai consumatori che abbiano acquistato i prodotti del lotto interessato di non consumarli e di restituirli al punto vendita per ottenere il rimborso o la sostituzione. Gli operatori del settore alimentare hanno l’obbligo normativo di ritirare immediatamente dal mercato i prodotti non conformi e di informare la clientela sui rischi attraverso comunicazioni specifiche e cartellonistica nei punti vendita, oltre alla pubblicazione degli avvisi sul portale del Ministero della Salute.

Questo episodio sottolinea l’importanza cruciale dei controlli sulla filiera lattiero-casearia e della tracciabilità completa dalla stalla al consumatore finale. Il sistema di autocontrollo HACCP prevede verifiche sistematiche sulla qualità delle materie prime, sui processi produttivi e sui prodotti finiti, mentre le nuove linee guida ministeriali del marzo 2025 per la gestione delle aflatossine hanno rafforzato ulteriormente i protocolli di controllo. La gestione trasparente dell’emergenza da parte della Latteria Soligo, che ha tempestivamente segnalato l’anomalia alle autorità competenti, dimostra il funzionamento efficace del sistema di allerta alimentare nazionale.

Il caso evidenzia inoltre come la sicurezza alimentare rappresenti una priorità assoluta per il settore lattiero-caseario italiano, particolarmente esposto a rischi di contaminazione ambientale per la natura stessa del processo produttivo. La presenza di inquinanti nel latte può derivare dall’alimentazione animale contaminata, dall’inquinamento atmosferico e idrico, oltre che da pratiche zootecniche non corrette. Per questo motivo le aziende del settore investono costantemente in tecnologie di controllo avanzate e in protocolli di qualità sempre più rigorosi per garantire la sicurezza dei propri prodotti.