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Mozzarella non Conforme, Richiamate Melanzane alla Parmigiana e Pasticci

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Anelli di Zucchine

Il Ministero della Salute ha emesso una serie di avvisi di richiamo precauzionale che coinvolgono numerosi piatti pronti a base di melanzane alla parmigiana e pasticci pesto e pomodorini, tutti accomunati dalla presenza di mozzarella dichiarata non conforme alle normative vigenti. La decisione, pubblicata il 2 settembre 2025 nella sezione dedicata ai richiami alimentari del portale ministeriale, riguarda otto diverse tipologie di prodotti distribuiti sotto i marchi Bortolato, Blumen, Gambuti, Mulina, Campesan e Paolo Ballestin.

La problematica ha origine dalla presenza di inquinanti rilevati nel latte utilizzato per la produzione della mozzarella impiegata nella preparazione di questi piatti pronti. Secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie, questa contaminazione rende il prodotto lattiero-caseario non idoneo al consumo secondo la normativa europea di riferimento, configurando un rischio chimico per i consumatori che ha reso necessario l’intervento precauzionale.

I prodotti oggetto del richiamo sono distribuiti in vaschette da 250 e 500 grammi e presentano date di scadenza comprese tra il 13, 14 e 15 settembre 2025. La produzione è stata effettuata presso il Laboratorio Alimentare Paolo Ballestin Srl, il cui stabilimento si trova in via Strade Nuove 13B a Cavaso del Tomba, in provincia di Treviso, area geografica che si è trovata al centro di questa emergenza alimentare.

Questo provvedimento ministeriale appare strettamente collegato al richiamo di mozzarella per pizza del marchio Latteria Soligo, disposto pochi giorni prima, il 27 agosto, per la medesima problematica. In quel caso, l’azienda trevigiana aveva dovuto ritirare quattro tipologie di mozzarella appartenenti al lotto 25080600 con scadenza 31 agosto 2025, dopo aver riscontrato la presenza di sostanze inquinanti in una parte del latte utilizzato per la produzione, sostanze che superavano i limiti consentiti dalla normativa europea.

La mozzarella Latteria Soligo interessata dal primo richiamo comprendeva la versione cubettata da 2 chilogrammi, julienne da 1,5 chilogrammi, filone Cube da 1 chilogrammo e filone classico da 1 chilogrammo, tutte prodotte nello stabilimento di via 1° settembre 32 a Soligo. Il collegamento tra i due richiami emerge dal fatto che questi prodotti erano destinati principalmente a pizzerie, gastronomie e laboratori alimentari, ovvero proprio quelle realtà che utilizzano tali ingredienti per la preparazione dei piatti pronti ora oggetto di richiamo.

La contaminazione del latte rappresenta un rischio chimico significativo per la salute pubblica, poiché può comportare la presenza di residui di farmaci veterinari, pesticidi, metalli pesanti, diossine, sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) o altri contaminanti di origine ambientale o industriale. L’esposizione a queste sostanze può determinare effetti tossici immediati, con sintomi gastrointestinali quali nausea, diarrea o dolori addominali, mentre un’esposizione prolungata può causare danni a organi vitali come fegato, reni e sistema nervoso, oltre ad aumentare il rischio di patologie croniche.

Il sistema di controlli ha funzionato correttamente, permettendo l’individuazione tempestiva della problematica attraverso le analisi chimiche di routine previste dal sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points). Questo protocollo di sicurezza alimentare, obbligatorio per tutti gli operatori del settore, garantisce il monitoraggio costante dei potenziali pericoli alimentari attraverso controlli sistematici e analisi periodiche, assicurando la rintracciabilità dei prodotti lungo tutta la filiera produttiva.

La provincia di Treviso si trova al centro di questa emergenza alimentare, con due aziende del territorio coinvolte nella problematica. L’area, nota per la produzione lattiero-casearia di qualità e inserita nel prestigioso territorio delle Colline del Prosecco, deve ora affrontare questa situazione che potrebbe avere ripercussioni sulla reputazione del comparto agroalimentare locale, storicamente caratterizzato da eccellenze produttive riconosciute a livello nazionale ed europeo.

Il Ministero della Salute ha fornito indicazioni precise per i consumatori che dovessero trovarsi in possesso dei prodotti oggetto di richiamo. La raccomandazione principale è quella di non consumare assolutamente gli alimenti con i numeri di lotto e le date di scadenza indicate, procedendo invece alla restituzione presso il punto vendita d’acquisto per ottenere il rimborso o la sostituzione con prodotti conformi alle normative.

Questo episodio rappresenta il culmine di una serie di richiami alimentari che hanno interessato il settore lattiero-caseario nell’estate 2025. Oltre ai casi della provincia di Treviso, si sono registrati altri provvedimenti precauzionali riguardanti prodotti caseari, evidenziando la necessità di rafforzare ulteriormente i controlli lungo tutta la filiera produttiva, dalla mungitura fino alla distribuzione al dettaglio.

Le autorità sanitarie stanno monitorando attentamente l’evolversi della situazione per verificare l’efficacia delle misure adottate dalle aziende produttrici e garantire che non vi siano ulteriori rischi per la salute dei consumatori. Il sistema di allerta alimentare continua a funzionare attraverso la collaborazione tra il Ministero della Salute, le ASL territoriali, i NAS dei Carabinieri e gli altri organi di controllo competenti, assicurando una risposta rapida ed efficace a situazioni potenzialmente pericolose.

La pronta reazione del sistema di sicurezza alimentare dimostra l’efficacia dei meccanismi di controllo e prevenzione attualmente in vigore, che hanno permesso di individuare e isolare i prodotti non conformi prima che potessero causare danni alla salute pubblica. Tuttavia, l’episodio sottolinea l’importanza di mantenere alta la guardia e di continuare a investire nella ricerca e nell’innovazione tecnologica per prevenire simili situazioni in futuro, tutelando così la sicurezza alimentare e la fiducia dei consumatori nel sistema produttivo nazionale.