AttualitàMaxi sequestro di arance in Sicilia: l’emergenza delle frodi alimentari nel settore agroalimentare italiano Guarda le VideoricetteSeguici su YouTube Anelli di Zucchine Seguici su YouTube! Anelli di Zucchine Un’operazione congiunta delle forze dell’ordine ha portato al sequestro di due tonnellate di arance egiziane spacciate per pregiato Tarocco rosso siciliano lungo l’autostrada Catania-Palermo, riaccendendo i riflettori sul fenomeno delle frodi alimentari che affligge il settore agroalimentare italiano. L’intervento, coordinato dal Compartimento Sicilia orientale della Polizia Stradale, ha coinvolto una task force interforze composta da Corpo Forestale, ASP di Catania, Ispettorato del Lavoro, Agenzia delle Dogane, ICQRF e Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, dimostrando l’impegno delle istituzioni nel contrastare un fenomeno che danneggia sia i produttori locali che i consumatori.Le arance sequestrate, prive di qualsiasi documentazione di tracciabilità, erano esposte in due aree di servizio contigue con cartelli pubblicitari che ne esaltavano la presunta origine siciliana, con il chiaro intento di aumentarne il valore commerciale attraverso l’inganno dei consumatori. Il titolare delle attività è stato denunciato per frode in commercio e sanzionato con multe superiori ai 7.000 euro, mentre durante i controlli sono emerse ulteriori irregolarità igienico-sanitarie, inclusa la presenza di mozzarelle scadute da quattro giorni.Gerardo Diana, presidente del Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP, ha espresso profonda amarezza per l’accaduto, sottolineando come “vedere queste frodi in Sicilia ai danni di un prodotto di eccellenza siciliano fa ancora più male”, evidenziando il particolare impatto emotivo che assumono simili episodi quando si verificano proprio nelle terre d’origine dei prodotti contraffatti. Il Consorzio, che nel 2024 ha effettuato circa 200 controlli in tutta Italia, ha ringraziato le forze dell’ordine per l’efficace operazione, definendola un’azione concreta a difesa non solo del marchio, ma del lavoro di centinaia di aziende che con sacrificio realizzano prodotti di qualità.Questo episodio rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più ampio che caratterizza il panorama delle frodi alimentari in Italia. Secondo il Report 2023 dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari, sono stati controllati 54.615 prodotti agroalimentari, di cui il 12% è risultato irregolare. I controlli totali, compresi quelli analitici e ispettivi, sono stati 54.658, con 551 prodotti sequestrati per un valore di 42,59 milioni di euro e ordinanze di ingiunzione per 21,4 milioni di euro.I dati del 2024 confermano l’intensificazione dell’attività di controllo, con l’ICQRF che ha effettuato 54.882 controlli totali su 54.180 prodotti e 28.558 operatori, riscontrando irregolarità nel 12,9% dei prodotti controllati. Particolarmente significativo è il dato relativo ai prodotti DOP e IGP, dove su 15.834 prodotti controllati il 17% è risultato irregolare, con 140 sequestri per un valore di oltre 7,8 milioni di euro. Il settore vitivinicolo si conferma quello maggiormente sottoposto a controlli, rappresentando circa un terzo delle verifiche effettuate, seguito dal settore dell’olio d’oliva con il 15% e dal lattiero-caseario con il 10%.Il fenomeno delle frodi alimentari si manifesta attraverso diverse modalità, dalla contraffazione vera e propria all’adulterazione dei prodotti, fino al cosiddetto “Italian Sounding”, strategia commerciale che consiste nell’uso improprio di parole, immagini, combinazioni cromatiche e riferimenti geografici per promuovere prodotti che in realtà non sono autenticamente italiani. Questo fenomeno genera un giro d’affari mondiale stimato in circa 55 miliardi di euro, causando danni enormi all’economia italiana e alle potenziali esportazioni del Made in Italy.Secondo le stime di Coldiretti e Unionalimentari Confapi, il falso Made in Italy agroalimentare fattura complessivamente tra gli 80 e i 120 miliardi di euro annui, con una penetrazione del mercato tale che sei prodotti su dieci spacciati per italiani sono in realtà contraffatti. In alcuni mercati particolarmente critici come Germania, Giappone e Brasile, la percentuale di prodotti non originali raggiunge addirittura il 70%. I formaggi rappresentano la categoria più colpita, con il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che vedono la produzione delle loro imitazioni superare quella degli originali.Le conseguenze economiche di questo fenomeno sono devastanti per l’economia italiana. Nel 2020, la contraffazione ha provocato un decremento economico nazionale pari a 17 miliardi di euro, determinando un minor gettito erariale di oltre 4,8 miliardi di euro in termini di IVA, IRES, IRPEF e contributi previdenziali non versati. L’agricoltura italiana perde circa 3 miliardi di euro annui sui mercati internazionali a causa dell’aumento dell’agropirateria, che colpisce settori strategici dai prosciutti all’olio di oliva, dai formaggi ai vini.La distribuzione geografica delle frodi evidenzia come la maggior parte dei prodotti alimentari falsamente “Italian Sounding” provenga dalla Turchia, responsabile del 18% di cibi e bevande contraffatti, seguita da Singapore con il 12%, Ungheria con il 7% e Stati Uniti con il 5%. Negli Stati Uniti, in particolare, si stima che il valore dell’Italian Sounding abbia raggiunto i 40 miliardi di euro, con il 90% dei formaggi di tipo italiano prodotti in Wisconsin, California e New York.La risposta istituzionale a questo fenomeno si articola attraverso un sistema complesso di controlli che coinvolge diversi organismi. L’ICQRF, con i suoi 700 agenti distribuiti in 32 sedi e sei laboratori d’analisi, rappresenta la prima linea di difesa contro le frodi alimentari. Il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, articolato su tre Nuclei Antifrodi dislocati a Roma, Salerno e Parma, si concentra principalmente sulla contraffazione e sulla falsa evocazione dei prodotti di qualità DOP, IGP, STG e Biologico.Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha sottolineato come l’Italia sia “la nazione che fa emergere più frodi perché facciamo più controlli rispetto agli altri paesi”, evidenziando l’efficacia del sistema di controlli italiano ma anche la necessità di un coordinamento sempre più stretto tra i diversi organismi preposti. La Cabina di regia istituita dal Ministero mette insieme ICQRF, Comando dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, AGEA e Agenzia delle Dogane per garantire che i prodotti italiani siano sempre più riconoscibili come prodotti di qualità superiore.Recentemente, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge contro le frodi alimentari composto da 18 articoli che introduce nuove sanzioni penali e amministrative per contrastare il fenomeno, con particolare attenzione all’Italian Sounding e alla protezione della qualità e provenienza dei prodotti. Il provvedimento prevede l’introduzione del reato di frode alimentare lungo tutta la filiera e il contrasto alle pratiche ingannevoli di etichettatura e presentazione degli alimenti, rappresentando un significativo rafforzamento dell’arsenale normativo a disposizione delle autorità.L’episodio delle arance siciliane contraffatte si inserisce quindi in un quadro più ampio di un fenomeno che minaccia non solo l’economia italiana, ma anche la fiducia dei consumatori nei prodotti autentici del Made in Italy. La risposta delle istituzioni, attraverso controlli sempre più capillari e un inasprimento delle sanzioni, dimostra la volontà di tutelare un patrimonio agroalimentare che rappresenta uno dei principali asset competitivi del paese sui mercati internazionali. Tuttavia, la lotta alle frodi richiede un impegno costante e coordinato, che coinvolga non solo le forze dell’ordine e gli organismi di controllo, ma anche i produttori, i distributori e i consumatori nella costruzione di una filiera sempre più trasparente e tracciabile.