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Le carote fanno davvero abbronzare? Quando il mito incontra la scienza

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Anelli di Zucchine

Con l’arrivo dell’estate, il consiglio della nonna di mangiare carote per favorire l’abbronzatura torna immancabilmente a circolare. Tuttavia, gli esperti dermatologi e nutrizionisti sono unanimi nel definire questa credenza un falso mito che necessita di essere finalmente sfatato attraverso evidenze scientifiche concrete.

L’abbronzatura è un meccanismo di difesa naturale del corpo umano che avviene attraverso la produzione di melanina, un pigmento scuro prodotto dai melanociti presenti nello strato più profondo dell’epidermide. Quando la pelle viene esposta ai raggi ultravioletti del sole, questi stimolano i melanociti a produrre maggiori quantità di melanina, che risalendo verso gli strati superficiali conferisce alla pelle la caratteristica colorazione bronzea.

Le carote, così come altri vegetali di colore arancione, contengono elevate quantità di betacarotene, un pigmento vegetale appartenente alla famiglia dei carotenoidi. Questo composto, una volta assorbito dall’organismo, viene convertito in vitamina A (retinolo) e svolge importanti funzioni antiossidanti, proteggendo le cellule dai danni causati dai radicali liberi.

Nonostante le proprietà benefiche del betacarotene, la ricerca scientifica ha dimostrato chiaramente che non esiste alcun collegamento tra il consumo di carote e l’aumento della produzione di melanina. Come sottolineato dai ricercatori, il betacarotene non ha alcun effetto sulla sintesi di melanina, che rimane l’unico meccanismo attraverso il quale la pelle può sviluppare un’abbronzatura naturale.

La confusione nasce dal fatto che un consumo eccessivo di carote può effettivamente alterare la colorazione della pelle, conferendole una tonalità giallo-arancione particolarmente evidente sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. Questo fenomeno, noto come carotenosi o carotenemia, è causato dall’accumulo di betacarotene nei tessuti adiposi sottocutanei.

La carotenosi rappresenta una condizione completamente diversa dall’abbronzatura naturale. Mentre l’abbronzatura è il risultato della produzione di melanina in risposta all’esposizione ai raggi UV, la carotenosi è un fenomeno puramente estetico che può verificarsi indipendentemente dall’esposizione solare e che non offre alcuna protezione contro i raggi ultravioletti.

Per sviluppare questa colorazione arancione, è necessario consumare quantità considerevoli di carote o altri alimenti ricchi di betacarotene. Secondo gli esperti, la maggior parte delle persone inizia a manifestare una leggera colorazione arancione consumando circa 30 milligrammi di betacarotene al giorno, equivalenti a circa cinque carote di dimensioni abbondanti. La condizione è completamente reversibile e scompare gradualmente riducendo l’assunzione di alimenti ricchi di carotenoidi.

Alcuni studi hanno suggerito che il betacarotene potrebbe influenzare marginalmente la produzione di melanina attraverso la sua conversione in vitamina A, ma le evidenze scientifiche rimangono insufficienti per supportare questa teoria. La ricerca condotta presso l’Università di St. Andrews ha dimostrato che il consumo regolare di carote può conferire alla pelle un leggero riflesso dorato, ma l’effetto è graduale e non si traduce in un’abbronzatura intensa.

Nonostante l’assenza di effetti diretti sull’abbronzatura, le carote offrono numerosi benefici per la salute della pelle. Il betacarotene, agendo come potente antiossidante, aiuta a proteggere la pelle dai danni causati dai radicali liberi generati dall’esposizione ai raggi UV. Questo può contribuire a ridurre il rischio di scottature e a contrastare l’invecchiamento cutaneo prematuro.

Il betacarotene può anche svolgere un’azione fotoprotettiva limitata, aiutando a ridurre la sensibilità della pelle alla luce solare. Tuttavia, questo effetto protettivo è modesto e non può in alcun modo sostituire l’uso di creme solari adeguate e le misure di protezione solare appropriate.

Gli esperti raccomandano di includere le carote nella dieta quotidiana non per ottenere un’abbronzatura migliore, ma per beneficiare delle loro proprietà nutritive. Oltre al betacarotene, le carote forniscono vitamine C, B1, B2, D ed E, oltre a sali minerali come sodio, potassio, calcio e fosforo.

Per ottenere un’abbronzatura sicura e duratura, è fondamentale seguire le raccomandazioni dermatologiche standard: utilizzare sempre creme solari con fattore di protezione adeguato, evitare l’esposizione durante le ore più calde della giornata (11:00-16:00), mantenere la pelle idratata e seguire una dieta ricca di antiossidanti naturali.

Il fenomeno della carotenosi ha recentemente guadagnato notorietà sui social media, dove alcuni utenti promuovono il consumo eccessivo di carote con l’hashtag #carrottan come metodo per ottenere un’abbronzatura naturale. Tuttavia, i professionisti della salute sconsigliano vivamente questa pratica, che può portare a uno squilibrio nutrizionale e a una colorazione della pelle poco naturale.

In conclusione, mentre le carote rappresentano un alimento prezioso per la salute generale della pelle grazie alle loro proprietà antiossidanti, non possono essere considerate un mezzo per accelerare o intensificare l’abbronzatura. La melanina rimane l’unico pigmento responsabile dell’abbronzatura naturale, e la sua produzione non può essere influenzata significativamente dal consumo di carote o altri alimenti. Per un’abbronzatura sicura e responsabile, è essenziale affidarsi a metodi di protezione solare scientificamente provati piuttosto che a rimedi popolari privi di fondamento scientifico.