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Stop Sofferenze ai Crostacei: Nasce la Coalizione in Difesa di Granchi, Aragoste e Astici

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Anelli di Zucchine

Nove associazioni animaliste italiane hanno unito le proprie forze per porre fine alle pratiche di maltrattamento sistematico dei crostacei decapodi nel settore alimentare nazionale. La coalizione «Dalla parte dei crostacei», promossa da Animal Law Italia insieme a Animal Equality Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, LAV, LEAL, LNDC Animal Protection e OIPA, ha presentato un manifesto che mira a colmare una lacuna normativa che da troppo tempo priva questi animali senzienti di qualsiasi tutela legale.

Il manifesto, sottoscritto dalle principali realtà del settore animalista nazionale, avanza quattro richieste urgenti rivolte al Governo e al Parlamento italiano. La prima riguarda il divieto assoluto di detenere crostacei decapodi vivi a diretto contatto con ghiaccio o in acqua ghiacciata, una pratica che secondo le evidenze scientifiche causa stress estremo e lesioni fisiche agli animali, compromettendone irreversibilmente il benessere psicofisico.

La seconda richiesta concerne l’eliminazione della bollitura da vivi, inclusa la procedura del lento innalzamento della temperatura dell’acqua, una modalità di uccisione che la ricerca scientifica ha dimostrato essere fonte di sofferenza prolungata e ingiustificata. Questa pratica, ancora ampiamente diffusa nella ristorazione e nella cucina domestica, rappresenta secondo le associazioni una forma di crudeltà non più tollerabile alla luce delle conoscenze attuali sulla capacità di questi animali di percepire il dolore.

Bollitura Crostacei

La terza istanza riguarda il divieto della vendita diretta ai consumatori di crostacei decapodi vivi, inclusa la commercializzazione online. Le associazioni sottolineano l’impossibilità per negozi e ristoranti di garantire metodi di stoccaggio e abbattimento adeguati, circostanza che espone sistematicamente gli animali a condizioni di sofferenza durante le fasi di detenzione e macellazione.

La quarta e ultima richiesta prevede il riconoscimento formale da parte della legislazione italiana della senzienza dei crostacei decapodi, equiparando la loro tutela a quella già garantita ai mammiferi e agli uccelli. Questo passaggio rappresenterebbe un cambiamento epocale nel riconoscimento giuridico della capacità di soffrire di questi invertebrati, fino ad oggi considerati meri prodotti alimentari privi di qualsiasi diritto.

Le richieste della coalizione trovano fondamento in una vasta letteratura scientifica che ha ampiamente dimostrato la capacità dei crostacei decapodi di provare dolore e sofferenza. Un rapporto della London School of Economics and Political Science ha analizzato oltre trecento studi scientifici, concludendo che questi animali possiedono sistemi nocicettivi complessi e capacità di apprendimento avanzate che li qualificano come esseri senzienti meritevoli di protezione.

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha riconosciuto i crostacei decapodi come esseri dal comportamento complesso, dotati di notevoli capacità cognitive e di un certo livello di consapevolezza. Anche la British Veterinary Association ha confermato la capacità di questi animali di percepire dolore e sofferenza, raccomandando l’introduzione di specifiche tutele normative.

La coalizione italiana può contare su un’opportunità concreta rappresentata dall’istituzione, da parte del Ministero della Salute, di un tavolo tecnico incaricato di redigere le linee guida nazionali sul benessere dei crostacei decapodi. Le associazioni hanno richiesto al dicastero che il documento finale redatto dal comitato di esperti accolga le quattro richieste essenziali contenute nel manifesto, chiedendo inoltre la possibilità di presentare le proprie motivazioni scientifiche in un’audizione dedicata.

La situazione normativa italiana presenta attualmente un quadro frammentario e inadeguato. Mentre alcuni regolamenti comunali hanno introdotto disposizioni specifiche per la vendita e la detenzione di crostacei, manca una disciplina nazionale unitaria che garantisca standard omogenei di tutela. Questa disomogeneità normativa genera confusione tra gli operatori del settore e compromette l’efficacia delle misure di protezione.

A livello internazionale, diversi paesi hanno già adottato normative specifiche per la tutela dei crostacei decapodi. La Svizzera ha vietato la detenzione di questi animali vivi a contatto con il ghiaccio e ha introdotto l’obbligo di stordimento prima della macellazione. Il Regno Unito ha riconosciuto formalmente la senzienza dei crostacei decapodi nel 2022, includendoli nella legislazione sul benessere animale. Anche Austria, Norvegia e Nuova Zelanda hanno implementato misure di protezione specifiche per questi animali.

Le pratiche attualmente tollerate dall’industria alimentare italiana includono il mantenimento dei crostacei in condizioni di sovraffollamento negli acquari dei ristoranti, la loro esposizione prolungata su ghiaccio nelle pescherie con le chele immobilizzate, e l’utilizzo di tecniche di macellazione che causano sofferenza prolungata. Queste procedure, normalizzate dalla tradizione culinaria, vengono ora contestate dalle associazioni sulla base delle evidenze scientifiche disponibili.

La campagna «Dalla parte dei crostacei» rappresenta il primo tentativo coordinato a livello nazionale di affrontare sistematicamente la questione del benessere di questi animali nella filiera alimentare. L’iniziativa mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a focalizzare l’attenzione delle istituzioni politiche su una problematica fino ad oggi trascurata, nonostante la crescente sensibilità sociale verso le tematiche del benessere animale.

Il progetto include anche un’iniziativa denominata «SOS Crostacei», che fornisce ai cittadini uno strumento per segnalare direttamente casi di detenzione non idonea di crostacei decapodi. Un team di giuristi, biologi e veterinari valuta ogni segnalazione, effettuando una valutazione strategica preliminare sull’opportunità di procedere alla denuncia dei fatti osservati.

La coalizione sottolinea come la pesca di crostacei decapodi a livello globale stia crescendo più velocemente di quella di qualsiasi altro gruppo di animali, rendendo sempre più urgente l’introduzione di una disciplina normativa che protegga questi organismi acquatici dalle pratiche più crudeli. L’assenza di regolamentazioni specifiche contrasta con quanto previsto dall’articolo 9 della Costituzione italiana, che stabilisce il dovere dello Stato di disciplinare i modi e le forme di tutela degli animali.

Le associazioni evidenziano inoltre come molte delle pratiche comunemente adottate nell’industria alimentare risultino incompatibili con il rispetto del benessere di questi animali. Il trasporto a temperature inadeguate, l’esposizione prolungata fuori dall’ambiente acquatico, la detenzione in spazi confinati e sovraffollati, e l’utilizzo di metodi di macellazione che causano sofferenza rappresentano violazioni sistematiche dei principi etici che dovrebbero guidare il trattamento degli animali destinati al consumo alimentare.

La battaglia legale intrapresa dalla coalizione si inserisce in un contesto internazionale caratterizzato da una crescente attenzione verso il benessere degli animali acquatici. L’Unione Europea, attraverso l’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento, riconosce gli animali come esseri senzienti e impone agli Stati membri di tenere conto delle loro esigenze di benessere nella formulazione delle politiche agricole e alimentari.

L’iniziativa rappresenta un tentativo di colmare il divario esistente tra le conoscenze scientifiche attuali e l’applicazione pratica di principi etici nella gestione degli animali destinati al consumo alimentare. La coalizione auspica che l’Italia possa diventare un modello per altri paesi europei nell’implementazione di normative avanzate per la tutela dei crostacei decapodi, contribuendo così a elevare gli standard di benessere animale a livello continentale.