AttualitàBirra, con la Schiuma o Senza? Ecco la Risposta Definitiva -VIDEO- Guarda le VideoricetteSeguici su YouTube Anelli di Zucchine Seguici su YouTube! Anelli di Zucchine La schiuma della birra rappresenta molto più di un semplice elemento estetico, configurandosi come un componente fondamentale che influisce direttamente sulle proprietà organolettiche, sulla conservazione e sulla digestibilità della bevanda. Secondo le più recenti ricerche scientifiche e le analisi condotte dai principali esperti del settore birrario, quella corona bianca che sovrasta ogni bicchiere di birra costituisce un vero e proprio sistema di protezione naturale che preserva aromi, sapori e qualità nutritive del prodotto.La formazione della schiuma deriva da un complesso processo fisico-chimico che coinvolge l’anidride carbonica prodotta durante la fermentazione, le proteine del malto d’orzo e le resine del luppolo . Durante la spillatura o la mescita dalla bottiglia nel bicchiere, l’anidride carbonica disciolta si libera formando bolle che, grazie alle proteine e ad altri composti stabilizzanti, danno vita a quella caratteristica emulsione spumosa . Gli elementi chiave che determinano la qualità e la persistenza della schiuma includono l’anidride carbonica responsabile della formazione delle bolle, le proteine del malto che contribuiscono alla stabilità e densità della schiuma, e gli isoalfa-acidi del luppolo che ne migliorano la struttura aggiungendo note amare caratteristiche .Uno degli aspetti più significativi della presenza della schiuma riguarda la sua funzione protettiva nei confronti della birra sottostante. La schiuma funge infatti da coperchio naturale, trattenendo i profumi e gli aromi della birra nel bicchiere e impedendo un’evaporazione troppo rapida dell’anidride carbonica . Questo meccanismo di protezione risulta particolarmente importante per evitare il processo di ossidazione, che può causare una serie di difetti che vanno a compromettere il lavoro certosino del mastro birraio . L’ossidazione della birra comporta infatti una graduale perdita di gusto e aromi, oltre a modificarne il colore nel giro di poche ore, con tempi che variano essenzialmente in base alla tipologia di birra .La birra contiene acqua, malto d’orzo, luppolo, lievito e CO2. A seconda di come la versiamo nel bicchiere può avere effetti diversi nello stomaco. E cosa succede quando decidiamo di berla direttamente dalla bottiglia?Ne parliamo domenica dalle 20.30 su #Rai3 👇 pic.twitter.com/Ad5UIWMVGF— Report (@reportrai3) June 3, 2025 La texture e la consistenza della schiuma influiscono significativamente sulla percezione gustativa complessiva della bevanda. Una schiuma cremosa rende la birra più morbida e vellutata, mentre una schiuma più leggera esalta la freschezza di stili specifici come le Lager o le Pilsner . La schiuma permette inoltre a chi degusta di iniziare a percepire gli aromi presenti nella composizione, in particolare quelli derivanti dal malto e dal luppolo, facilitando il riconoscimento delle caratteristiche distintive di ogni stile birrario . Questo aspetto risulta particolarmente evidente nell’amaro del luppolo che, se esaltato dalla schiuma, permette di comprendere fin dal primo assaggio la tipologia di birra che si sta degustando.Dal punto di vista della digestibilità, la presenza della schiuma offre vantaggi concreti per il consumatore. Contrariamente a quanto spesso si crede, la birra servita con la giusta quantità di schiuma non provoca gonfiore addominale, poiché l’anidride carbonica in eccesso sale in superficie formando proprio il caratteristico cappello bianco . Quando la birra viene spillata o versata senza schiuma, tutta questa CO2 rimane fluttuante nel liquido e si fa sentire durante la digestione, causando i fastidiosi gonfiori di stomaco che molti erroneamente attribuiscono alla presenza della schiuma stessa .Le ricerche più avanzate nel campo della scienza birraria hanno identificato una specifica proteina come elemento chiave per ottenere una schiuma perfetta. Gli studi condotti dal Dipartimento di scienza dell’alimentazione della Cornell University hanno individuato nella LTP1 (Lipid transfer proteins) il componente fondamentale per garantire alla birra una schiuma fine, abbondante e persistente . Queste proteine di piccole dimensioni, presenti nei tessuti vegetali dell’orzo, rappresentano secondo i ricercatori l’elemento cardine per la formazione di una schiuma di qualità superiore, pur riconoscendo l’importanza di altri fattori come le componenti amare del luppolo, i gas disciolti nella birra e l’acidità del prodotto.La qualità della schiuma costituisce inoltre un indicatore affidabile dello stato di salute della birra e del livello di servizio offerto. Una schiuma persistente e ben strutturata deve garantire finezza nelle dimensioni delle bollicine, aderenza alle pareti del bicchiere, compattezza determinata dalla quantità di luppolo e proteine del malto presenti, cremosità nel rapporto tra finezza e compattezza, e persistenza nel tempo di permanenza nel bicchiere . La mancanza di schiuma può essere causata da un’errata produzione, conservazione inadeguata o spillatura non corretta, facilitando inoltre l’ingresso di batteri con conseguente ossidazione del prodotto .Un fenomeno particolarmente affascinante legato alla schiuma è rappresentato dai cosiddetti “merletti di Bruxelles”, quelle tracce caratteristiche che la schiuma della birra lascia sul bicchiere ad ogni sorso . Questi segni distintivi, conosciuti anche come “lacing” nel gergo birrario anglofono, segnalano una birra di qualità elevata con una schiuma densa e persistente, testimoniando non solo la pulizia impeccabile del vetro ma anche la presenza di proteine nella birra, elementi essenziali per un sapore e una texture ideali. La loro presenza costituisce una sorta di autografo che la schiuma lascia come firma di qualità e complessità del prodotto degustato.La tradizione birraria tedesca ha codificato specifiche tecniche di spillatura che esaltano l’importanza della schiuma attraverso un processo in tre tempi differenti. Questa metodologia prevede il posizionamento del bicchiere a 45 gradi durante la prima fase di spillatura, facendo scendere la birra lungo le pareti del contenitore, seguito da un raddrizzamento del bicchiere per proseguire il versamento fino a quando la schiuma raggiunge il bordo . Dopo due minuti di attesa per consentire alla schiuma di compattarsi, viene effettuato un secondo colpo direttamente nella birra, seguito da un terzo e ultimo versamento per creare il cappello di schiuma finale. Questa tecnica tradizionale elimina il gas in eccesso e crea quel cappello alto e abbondante caratteristico che si mantiene nel tempo, svolgendo un ruolo fondamentale nella degustazione attraverso il mantenimento della giusta temperatura e il rilascio graduale degli aromi del luppolo.