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Richiamo di 30 Lotti di Uova per Rischio Microbiologico: Coinvolti Marchi Le Nostranelle e Spinovo

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Anelli di Zucchine

Il Ministero della Salute ha disposto il richiamo precauzionale di trenta lotti di uova fresche a marchio Le Nostranelle e Spinovo a tuorlo rosso a seguito della rilevazione di un potenziale rischio microbiologico. Il provvedimento, pubblicato sul portale istituzionale dedicato agli avvisi di sicurezza alimentare, riguarda prodotti immessi sul mercato nazionale e distribuiti attraverso diverse catene commerciali. La decisione è stata adottata volontariamente dal produttore e comunicata tempestivamente alle autorità competenti per garantire la tutela della salute pubblica.

Le uova oggetto del richiamo sono state prodotte dall’azienda Spinovo di Mazzini Pierluigi, con sede operativa presso lo stabilimento di via Fornace 1 a Spino d’Adda, in provincia di Cremona. Lo stabilimento, identificato dal marchio IT U320E UE, opera nel settore avicolo da decenni occupandosi della produzione e commercializzazione di uova fresche. Il provvedimento ministeriale coinvolge due distinte categorie di prodotto, differenziate per formato di confezionamento e destinazione commerciale.

Per quanto concerne il marchio Le Nostranelle, il richiamo interessa confezioni da sei pezzi appartenenti agli otto lotti seguenti: TRC0511, TRC0611, TRC1011, TRC1111, TRC1211, TRC1311, TRC1711 e TRC1911. Le date di scadenza di questi lotti sono comprese tra il 5 novembre e il 19 novembre 2025. Si tratta di uova fresche confezionate per la vendita al dettaglio attraverso i canali della grande distribuzione organizzata e presso i punti vendita specializzati.

Il richiamo riguarda inoltre ventidue lotti di uova a marchio Spinovo a tuorlo rosso, commercializzate in cartoni da trenta pezzi, destinati prevalentemente al canale professionale della ristorazione collettiva e commerciale. I lotti interessati sono identificati dai seguenti codici: TRL0411, TRL0511, TRL0611, TRL0711, TRL0811, TRL0911, TRL1011, TRL1111, TRL1211, TRL1311, TRL1511, TRL1611, TRL1711, TRL1811, TRM0511, TRM0611, TRM0811, TRM0911, TRM1111, TRM1411, TRM1611 e TRM1811, con date di scadenza comprese tra il 4 novembre e il 19 novembre 2025.

Il rischio microbiologico rappresenta una delle principali cause di richiamo alimentare e si riferisce alla possibile presenza di microrganismi patogeni negli alimenti che possono compromettere la sicurezza sanitaria del prodotto. Nel caso delle uova, i principali agenti batterici che possono determinare contaminazioni sono la Salmonella spp, la Listeria monocytogenes, lo Staphylococcus aureus e i coliformi fecali. La contaminazione può avvenire attraverso due modalità distinte: quella endogena, detta anche verticale, che si verifica durante la formazione dell’uovo quando il patogeno colonizza l’apparato riproduttore della gallina, e quella esogena o orizzontale, che avviene per contaminazione del guscio dopo la deposizione attraverso il contatto con materiale fecale o ambienti contaminati.

Il guscio delle uova costituisce una barriera naturale dotata di cuticola protettiva che impedisce normalmente la penetrazione di microrganismi patogeni attraverso i pori. Tuttavia, in determinate condizioni ambientali o in presenza di stress termici al momento della deposizione, tale protezione può risultare compromessa, facilitando la penetrazione batterica. Gli allevamenti avicoli sono sottoposti a regolari controlli ufficiali da parte dei servizi veterinari delle Aziende Sanitarie Locali nell’ambito dei piani nazionali di sorveglianza delle salmonellosi negli avicoli, che prevedono campionamenti periodici sia in regime di autocontrollo che attraverso verifiche ispettive ufficiali.

Il Ministero della Salute, attraverso il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi, monitora costantemente la sicurezza dei prodotti alimentari immessi sul mercato nazionale e garantisce la tempestiva comunicazione ai consumatori in caso di rischi accertati o potenziali. Nel caso specifico, pur trattandosi di un richiamo precauzionale che non presuppone necessariamente l’avvenuto riscontro analitico di contaminazione, le autorità hanno ritenuto opportuno procedere al ritiro dei lotti interessati per garantire il massimo livello di tutela della salute pubblica.

Le tossinfezioni alimentari causate da contaminazione batterica delle uova possono manifestarsi con sintomi quali febbre, nausea, vomito, diarrea e crampi addominali, che compaiono generalmente tra le sei e le settantadue ore successive al consumo del prodotto contaminato. Particolarmente a rischio risultano le categorie vulnerabili della popolazione, quali bambini, anziani, donne in gravidanza e soggetti immunocompromessi, per i quali l’infezione può comportare complicanze più gravi che richiedono il ricovero ospedaliero. La cottura completa delle uova a temperature superiori ai sessanta gradi centigradi consente di eliminare eventuali cariche batteriche presenti, rendendo il prodotto sicuro per il consumo.

L’azienda produttrice ha diffuso attraverso i canali ufficiali una raccomandazione cautelativa rivolta ai consumatori che fossero in possesso delle uova appartenenti ai lotti sopra indicati, invitandoli espressamente a non consumare il prodotto. Le confezioni devono essere restituite presso il punto vendita dove sono state acquistate, che provvederà alla sostituzione o al rimborso dell’importo corrisposto. Non è necessario presentare lo scontrino fiscale per ottenere il rimborso, in quanto il richiamo precauzionale disposto dal produttore tutela il diritto del consumatore alla restituzione del prodotto potenzialmente non conforme.

I rivenditori e gli esercizi della ristorazione collettiva che abbiano ricevuto forniture appartenenti ai lotti richiamati sono tenuti a sospendere immediatamente la commercializzazione e l’utilizzo dei prodotti interessati, procedendo alla segregazione fisica delle partite e alla loro restituzione lungo la filiera distributiva. Il mancato rispetto delle disposizioni di richiamo può configurare violazioni delle norme sulla sicurezza alimentare e comportare sanzioni amministrative a carico degli operatori del settore.

Il sistema italiano di controllo ufficiale degli alimenti si basa su una rete coordinata di soggetti istituzionali che comprende il Ministero della Salute, le Regioni, le Aziende Sanitarie Locali attraverso i servizi di igiene degli alimenti e nutrizione e i servizi veterinari, nonché gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali che svolgono attività analitica di supporto. Gli operatori del settore alimentare sono contestualmente responsabili dell’attuazione dei piani di autocontrollo basati sui principi del sistema HACCP, che prevedono l’identificazione dei punti critici di controllo lungo la filiera produttiva e l’adozione di misure preventive e correttive per garantire la sicurezza dei prodotti.

Il Piano nazionale di controllo delle salmonellosi negli avicoli, attualmente vigente per il triennio 2025-2027 e predisposto dal Ministero della Salute in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per le salmonellosi e la biosicurezza animale, stabilisce le modalità operative per la sorveglianza epidemiologica negli allevamenti di galline ovaiole, polli da carne e tacchini. Il piano prevede campionamenti ufficiali periodici negli allevamenti, analisi di laboratorio per l’identificazione dei sierotipi di Salmonella rilevanti per la salute pubblica, misure di biosicurezza strutturale e gestionale, nonché interventi correttivi in caso di positività.

I consumatori che desiderano verificare l’eventuale presenza di prodotti oggetto di richiamo possono consultare il portale del Ministero della Salute nella sezione dedicata agli avvisi di sicurezza alimentare, costantemente aggiornata con le segnalazioni più recenti. È possibile inoltre rivolgersi ai servizi di igiene degli alimenti della propria Azienda Sanitaria Locale per ottenere chiarimenti e informazioni su specifici richiami. Il Centro Europeo Consumatori Italia rappresenta un ulteriore punto di riferimento per i cittadini che necessitino di assistenza in materia di sicurezza alimentare e tutela dei diritti del consumatore.

La tracciabilità dei prodotti alimentari costituisce uno strumento fondamentale per garantire la rapidità ed efficacia degli interventi in caso di allerta sanitaria. Ogni confezione di uova commercializzata deve riportare obbligatoriamente il codice identificativo del centro di imballaggio, il numero di lotto di produzione e la data di scadenza, informazioni che consentono di risalire con precisione all’origine del prodotto e di circoscrivere l’ambito del richiamo ai soli lotti potenzialmente interessati dalla non conformità, evitando il ritiro indiscriminato di produzioni conformi.

La gestione tempestiva e trasparente dei richiami alimentari rappresenta un elemento cruciale per il mantenimento della fiducia dei consumatori nel sistema di sicurezza alimentare. La collaborazione tra autorità di controllo, operatori del settore e distribuzione commerciale consente di minimizzare i rischi per la salute pubblica e di garantire che eventuali prodotti non conformi vengano prontamente rimossi dal mercato, tutelando contestualmente il diritto dei consumatori a ricevere informazioni complete e comprensibili sui potenziali rischi associati agli alimenti.