AttualitàCurcuma in polvere richiamata per presenza di Salmonella Guarda le VideoricetteSeguici su YouTube Anelli di Zucchine Seguici su YouTube! Anelli di Zucchine Il Ministero della Salute ha disposto il richiamo precauzionale di un lotto di curcuma in polvere a marchio Ali Babà, commercializzata in Italia da Fresh Tropical Srl by Jawad, a seguito della rilevazione di Salmonella spp nel prodotto. La contaminazione batterica, accertata attraverso i controlli ufficiali, ha determinato il ritiro immediato dal mercato di tutte le confezioni interessate, vendute in sacchetti da 100 grammi, 400 grammi e un chilogrammo con numero di lotto 22/04/2026, corrispondente al termine minimo di conservazione.La curcuma richiamata, nota anche con la denominazione tradizionale indiana di haldi powder, è stata prodotta dall’azienda Nani Agro Foods Ltd presso il proprio stabilimento situato in India. Nani Agro Foods Ltd rappresenta uno dei maggiori produttori indiani di spezie, con una capacità produttiva che raggiunge le 80 tonnellate giornaliere di curcuma lavorata e un network commerciale che si estende a oltre ottanta nazioni tra Europa, Stati Uniti, Medio Oriente e Africa. L’azienda indiana, fondata nel 1968 da Shri Hari Poddar come piccola unità di lavorazione della curcuma locale, si è progressivamente trasformata in una realtà industriale di grandi dimensioni, specializzata nella produzione di spezie e nel confezionamento per etichette private di numerosi marchi internazionali.Fresh Tropical Srl by Jawad, distributore italiano del prodotto, opera dal 2002 nel settore dell’importazione di alimenti etnici, disponendo di sei sedi distribuite sul territorio nazionale e di una rete logistica che serve sia il mercato italiano che quello europeo. L’azienda, con sede operativa a Paderno Dugnano nella città metropolitana di Milano, commercializza la curcuma attraverso il proprio marchio Ali Babà, che comprende una vasta gamma di spezie e prodotti alimentari provenienti da diverse aree geografiche del continente asiatico.La presenza di Salmonella spp nelle spezie rappresenta un rischio sanitario rilevante, considerando che questi batteri patogeni possono causare infezioni gastrointestinali con sintomi che includono diarrea, febbre, dolori addominali, nausea e vomito. I sintomi della salmonellosi si manifestano generalmente tra le sei e le settantadue ore successive all’ingestione dell’alimento contaminato e persistono per un periodo compreso tra i quattro e i sette giorni. Sebbene nella maggior parte dei casi l’infezione abbia un decorso benigno negli adulti sani, può risultare particolarmente grave per categorie vulnerabili quali lattanti, anziani e soggetti immunocompromessi, rendendo necessario in alcuni casi il ricovero ospedaliero.La contaminazione batterica delle spezie provenienti dall’India non costituisce un fenomeno isolato nel panorama della sicurezza alimentare europea. Nel corso del 2025, il sistema di allerta europeo ha registrato numerose segnalazioni relative a prodotti importati dal subcontinente indiano, con particolare riferimento a spezie contaminate da agenti patogeni o da residui di pesticidi oltre i limiti consentiti dalla normativa comunitaria. All’inizio di ottobre, anche la curcuma in polvere a marchio Colfiorito, prodotta da Fertitecnica Colfiorito Srl nello stabilimento di Montecassiano in provincia di Macerata, era stata oggetto di richiamo precauzionale per un potenziale rischio microbiologico non meglio specificato, a conferma della particolare attenzione che le autorità sanitarie riservano al monitoraggio di questa categoria di prodotti.L’India rappresenta il principale esportatore mondiale di spezie, con una quota di mercato che supera il quaranta percento del commercio globale. La curcuma, in particolare, costituisce una delle spezie più rilevanti dell’export indiano, utilizzata non soltanto come ingrediente culinario ma anche per le sue presunte proprietà benefiche in ambito nutrizionale. Tuttavia, le condizioni di coltivazione, raccolta, lavorazione e stoccaggio delle spezie nei paesi di origine possono favorire la proliferazione di contaminanti microbiologici o la presenza di residui chimici, rendendo necessari controlli stringenti da parte delle autorità preposte alla sicurezza alimentare.Il sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi, noto con l’acronimo RASFF, ha segnalato nel corso degli ultimi anni un numero crescente di non conformità relative a spezie provenienti dall’India. Nel 2024, l’allarme aveva riguardato in particolare alcune aziende produttrici indiane i cui prodotti erano risultati contaminati da ossido di etilene, un pesticida con proprietà cancerogene il cui utilizzo è vietato nell’Unione Europea per scopi alimentari. Le autorità di Hong Kong e Singapore avevano disposto il divieto di importazione per diverse miscele di spezie dei marchi Mdh ed Everest, mentre la Food and Drug Administration statunitense aveva avviato indagini analoghe sui prodotti delle medesime aziende.La Commissione Europea ha progressivamente rafforzato i controlli alle frontiere sui prodotti alimentari importati da paesi terzi, aumentando la percentuale di verifiche su determinate categorie di alimenti che presentano tassi elevati di non conformità. Per quanto riguarda le spezie provenienti dall’Etiopia, che includono peperoni, zenzero, zafferano, curcuma, timo, alloro e curry, i controlli sono stati mantenuti al trenta percento delle spedizioni, nonostante un miglioramento generale della compliance. Analogamente, per i prodotti provenienti dalla Siria contenenti semi di sesamo, i controlli relativi alla Salmonella sono stati incrementati al trenta percento a causa dell’elevato tasso di non conformità riscontrato nei controlli ufficiali.Il Ministero della Salute italiano, attraverso il proprio portale dedicato agli avvisi di sicurezza alimentare, ha raccomandato ai consumatori che abbiano acquistato la curcuma in polvere a marchio Ali Babà con il numero di lotto 22/04/2026 di non consumare il prodotto e di restituirlo al punto vendita presso cui è stato acquistato. La procedura di richiamo non richiede la presentazione dello scontrino fiscale e consente al consumatore di ottenere il rimborso o la sostituzione del prodotto ritirato. Le autorità sanitarie hanno inoltre invitato gli operatori del settore alimentare a verificare la presenza nei propri magazzini di eventuali confezioni del lotto interessato e a procedere alla loro immediata rimozione dalla vendita.Dal primo gennaio 2025, il Ministero della Salute ha pubblicato duecentoquindici richiami alimentari, per un totale di quattrocentonovantatré prodotti di aziende e marchi differenti. Il numero elevato di richiami registrato nell’anno in corso testimonia l’intensificazione dei controlli sulla sicurezza alimentare e la maggiore attenzione delle autorità sanitarie nei confronti delle potenziali fonti di contaminazione. I richiami alimentari rappresentano uno strumento fondamentale per la tutela della salute pubblica, consentendo di rimuovere tempestivamente dal mercato i prodotti che presentano rischi per i consumatori e di prevenire l’insorgenza di tossinfezioni alimentari su larga scala.La questione della sicurezza delle spezie importate solleva interrogativi più ampi relativi alla tracciabilità della filiera alimentare e alla necessità di garantire standard qualitativi uniformi lungo l’intera catena di approvvigionamento. Gli esperti di sicurezza alimentare raccomandano ai consumatori di prestare particolare attenzione alla provenienza delle spezie acquistate, privilegiando prodotti di qualità certificata e conservati in condizioni adeguate, al riparo da luce, umidità e fonti di contaminazione. La cottura ad alte temperature consente di eliminare la maggior parte dei batteri patogeni, inclusa la Salmonella, tuttavia la contaminazione delle spezie rappresenta comunque un rischio sanitario che richiede misure preventive efficaci da parte degli operatori della filiera e un monitoraggio costante da parte delle autorità competenti.L’industria alimentare italiana ha progressivamente intensificato i controlli sui prodotti importati, implementando protocolli di verifica che includono analisi microbiologiche e chimiche su campioni rappresentativi delle partite in ingresso. Tuttavia, la globalizzazione della catena di approvvigionamento alimentare e la molteplicità degli attori coinvolti rendono particolarmente complessa la gestione del rischio sanitario, richiedendo una collaborazione stretta tra autorità nazionali, organismi europei e agenzie internazionali preposte alla sicurezza alimentare. Il caso della curcuma contaminata da Salmonella evidenzia la necessità di mantenere elevati livelli di attenzione su prodotti che, pur essendo utilizzati in piccole quantità, possono costituire veicoli di infezione qualora non rispondano agli standard di sicurezza richiesti dalla normativa vigente.